Ideato dal gruppo di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), il prototipo di robot-lombrico sarà in grado di esplorare sotterranei e pianeti. In natura, diversi animali per muoversi ed esplorare l’ambiente utilizzano la flessibilità del proprio corpo, si pensi infatti ai serpenti, alle lumache, ai bruchi ed ai lombrichi. Alcuni di questi movimenti presenti nel mondo animale, possono essere ritrovati anche nelle radici delle piante. Sulla rivista internazionale Scientific Reports del gruppo Nature, è stato descritto il primo prototipo robotico Italiano che prende spunto proprio dai lombrichi presenti in natura. Sappiamo bene, come la natura per l’uomo sia sempre stata fonte di ispirazione e di studi, fonte inesauribile, per migliorarne le proprie condizioni.
Il prototipo robotico che è stato ideato dal team di scienziati, è molto simile per morfologia e movimenti ad un vero e proprio lombrico, ed è stato realizzato per poter effettuare delle esplorazioni sotterranee e, non si esclude nel futuro prossimo, che possa far parte di una spedizione spaziale che consentirebbe l’esplorazione sotterranea di altri pianeti presenti nel sistema solare.
Il robot-lombrico, cui ispirazione è quindi stata tratta dalla natura, imita in tutto e per tutto il funzionamento e l’aspetto esteriore dell’organismo vivente animale presente in natura e che tutti conosciamo. E’ lungo 45 centimetri, pesa 605 grammi, è può muoversi alla velocità di 1,35 millimetri al secondo.
Il primo robot-lombrico è stato realizzato da un gruppo di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Genova, coordinato da Barbara Mazzolai nel laboratorio BioInspired Soft robotics, ed è stato definito, “il primo modello tecnologico” di questo tipo, che si ispira fondamentalmente al lombrico esistente in natura.
La realizzazione del prototipo del robot-lombrico, è stata fatta, grazie a studi minuziosi dei meccanismi che guidano i movimenti dei vermi, quando essi si muovono sul terreno. I lombrichi infatti, strisciano, sia che essi siano dentro la superficie del suolo che anche al di fuori di esso, alternando delle contrazioni muscolari che generano il movimento del proprio corpo all’interno di uno spazio. Ogni piccolo segmento che compone il lombrico, ha un modo indipendente e localizzato di muoversi, permettendo così nello spazio delle ondulazioni differenti tra di loro che generano il suo movimento. Ogni piccolo segmento del lombrico è chiamato metamero, e al loro interno contiene un fluido cui l’animale può controllarne la pressione, in modo tale da poter agire sul movimento stesso, decidendo quali dei metameri utilizzare per muoversi all’interno di uno spazio.
I ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia, hanno tradotto queste caratteristiche specifiche del lombrico per poterle replicare in soluzione robotica.
La coordinatrice Barbara Mazzolai, ha preso spunto dalla natura e dai lombrichi per la realizzazione del prototipo del robot, traducendo tutte le sue caratteristiche e realizzando così un robot che è in grado di strisciare sia all’esterno che all’interno di un terreno, grazie ad un corpo artificiale, riprodotto in ogni parte.
Sono stati replicati i movimenti muscolari, il volume costante del celoma, cavità interna, e la presenza di setole sul corpo. I movimenti del robot-lombrico sono stati realizzati grazie a degli attuatori soffici peristaltici (Psa). Ogni attuatore presente sul robot-lombrico è in grado di allungarsi oppure contrarsi quando l’aria viene introdotta al suo interno o all’esterno. Sul corpo del robot sono presenti cinque attuatori collegati uno all’altro. Il movimento è stato inoltre ottimizzato, inserendo piccole pastiglie di materiale ruvido che generano attrito, in modo tale da avere una maggiore stabilità durante i movimenti.
Gli scienziati che hanno ideato questo prototipo, sono molto ottimisti sul futuro che potrà avere il robot-lombrico, infatti, affermano così nel loro comunicato stampa: "Le potenziali applicazioni di questa tecnologia sono vaste, tra cui l'esplorazione sotterranea, gli scavi, le operazioni di ricerca e salvataggio in ambienti sotterranei e l'esplorazione di altri pianeti”.
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