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Salario minimo in Italia

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Salario minimo in Italia: quali sono i pro e i contro? Facciamo il punto della situazione

I pro e i contro del salario minimo in Italia sono molteplici, facciamo il punto della situazione chiarendo alcuni aspetti sul perché il governo dice “No”.L’introduzione del salario minimo in Italia, è tra temi più discussi degli ultimi anni. L’Italia, a dispetto di molti paesi Europei, è uno tra i pochi a non avere un compenso equo che parta da una soglia minima prestabilita.

Cos’è il salario minimo?

Il salario minimo è la retribuzione base, stabilita dalla legge, per i lavoratori di differenti categorie nell’arco di un tempo stabilito. Questo, non può essere definito tramite accordi privati o collettivi. In poche parole, è la soglia minima cui il datore di lavoro è costretto a corrispondere ai suoi dipendenti, sotto la quale non può assolutamente andare giù. Nonostante le numerose proposte, in Italia, al momento, non è stato approvato alcun tipo di accordo tra le parti sociali.

La situazione in Italia e l’esigenza di maggiori sicurezze

L’Italia, è uno dei paesi Europei cui per la maggiore, i lavoratori si recano sul posto di lavoro in condizioni precarie, l’incertezza regna sovrana, il lavoro nero aumenta sempre più e le condizioni salariali sono alquanto basse, senza alcun tipo di tutela sociale. Introdurre il salario minimo in Italia, vuole dire, maggiore tutela per i lavoratori con la garanzia di un corrispettivo minimo rispettato.

I vantaggi dell’attuazione in Italia del salario minimo

Per risollevare la situazione economica, l’Italia, necessita di un salario minimo per poter appianare il divario della disuguaglianza economica e poter garantire a tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore il cui essi lavorano, un reddito base.

I lavoratori più svantaggiati, ne trarrebbero molteplici benefici e, inoltre, i lavoratori che guadagnano ciò che gli è dovuto, hanno maggiori possibilità di spendere il proprio denaro, favorendo la crescita economica del paese.

Gli svantaggi dell’attuazione in Italia del salario minimo

Introdurre il salario minimo in Italia, comporta anche alcuni rischi. Tra questi, un possibile aumento della disoccupazione, perché, le aziende non sono in grado di poter sostenere costi maggiorati. Soprattutto, le piccole imprese sono quelle che soffrirebbero di più l’introduzione di un reddito base, poiché, mantenere le spese sotto controllo a causa di molteplici fattori risulterebbe complicato. Nell’incertezza attuale che ci circonda, assumere un lavoratore con uno stipendio maggiorato che diventerebbe di base, è un dispendio oneroso e, le aziende potrebbero essere costrette a non poter assumere più dipendenti di quanto in realtà possono.

Arrivati a questo punto, servirebbe introdurre un salario minimo che non incida sui costi aziendali, ad esempio, un ulteriore taglio fiscale alle aziende potrebbe essere la soluzione giusta, in modo da ridurre le tasse sul lavoro. Ma, d’altronde, anche questo è un tema caldo su cui sono in atto dei dibattiti tra la maggioranza.

Il Parlamento Italiano dice “no” al salario minimo

Il 30 novembre del 2022 è stata approvata alla camera una mozione che nega il salario minimo in Italia.Questa, non è una legge ma un atto di indirizzo politico con cui sia Camera che Senato esprimono al Governo indicazioni di linee guida da seguire per le iniziative legislative sui dati argomenti. L’obiettivo del Governo al tempo attuale, è quello sì, di riformare il mondo del lavoro tutelando i lavoratori attraverso iniziative alternative, ma non è di certo un salario minimo la soluzione ai problemi dei lavoratori italiani. La riforma, punterà alla contrattazione collettiva come strumento di individuazione dell’importo minimo e non ad un salario minimo equo, fissato per tutti.

Facendo il punto della situazione, possiamo notare come in Italia, l’introduzione del salario minimo abbia sia vantaggi che svantaggi. Se da un lato il reddito minimo può aiutare i lavoratori svantaggiati, dall’altro potrebbe causare maggiore disoccupazione perché le aziende non sarebbero in grado di sostenere costi maggiorati. Trovare il giusto equilibrio è quello che serve per tutelare i lavoratori e i datori di lavoro, speriamo quindi che presto trovino il giusto compromesso per risollevare l’Italia economicamente.

 

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